MAESTRI DEL PASSATO
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La Fratelli Toso: un affare di famiglia 11/06/2019 - Anna Maria Di Stefano

Maestri vetrai a Murano: i Fratelli Toso

Nel 1854 sei fratelli - Ferdinando, Carlo, Liberato, Angelo, Giovanni e Gregorio - del ramo “Cangioro” della numerosa famiglia Toso, avviano, a Murano, la Fratelli Toso.
Nel loro stemma campeggia un’aquila ad ali spiegate che sovrasta una grande “A” rovesciata, icona che sarà presente anche nel logo della vetreria Fratelli Toso insieme al gallo, simbolo di Murano e al leone di San Marco.
Sono loro “l’albero della vita” della famosa vetreria di Murano e, nello stesso tempo, gli artefici della rinascita dell'arte vetraria nell’isola dopo un lungo periodo di crisi; sono loro parte attiva di un processo di rinnovamento che in breve tempo coinvolse molte altre fornaci, fra cui la Salviati & Co. (1859) nata negli stessi anni.

Si impegnarono duramente i fratelli Toso per recuperare le tecniche artigianali e le conoscenze necessarie a riportare la produzione all’eccellenza dei secoli precedenti, cimentandosi in sfide sempre più complesse fra cui - in collaborazione con i migliori maestri dell’isola - la realizzazione di un enorme lampadario per l'inaugurazione del Museo del Vetro di Murano (per il quale ricevettero la loro prima medaglia d'oro).

Lavori che attestano la loro ritrovata, incredibile abilità. In questo impegno furono saldamente supportati anche dall’opera dell’abate Vincenzo Zanetti (1824-1883), cultore di arte vetraria. Il prelato per superare la fase decadente dell’artigianato locale e nell’intento di recuperare “la vetraria antica per offrire modelli agli artisti viventi con cui richiamare l’industria ai principii del suo antico splendore” aveva istituito a Murano un Archivio in cui raccogliere i documenti sulla storia e la vita dell’isola e, nel 1861, il Museo Civico Vetrario a cui annesse una scuola festiva di disegno applicato all’arte vetraria per i lavoratori delle fornaci.

La Fratelli Toso: un “affare di famiglia” in una storia avvincente

Dai sei Toso fondatori della vetreria sono discesi tutti i protagonisti della storia della rinomata fabbrica. La Fratelli Toso, infatti, è stata da sempre un vero e proprio "affare di famiglia": nella sua lunga storia i cognomi “diversi” si trovano di rado.

Si tratta, nella maggior parte dei casi, di quelli acquisiti per matrimonio dalle donne della Famiglia Toso o di quelli degli artisti e designer che collaborarono alla produzione.

Dopo la stasi causata dagli eventi della Prima Guerra mondiale - anni in cui la fabbrica era stata spostata a Livorno - le fornaci ripresero la loro attività e divenne frequente la collaborazione con gli artisti. La Fabbrica superò anche le difficoltà dovute al secondo conflitto mondiale e la produzione riprese a pieno ritmo con il ritorno di clienti americani.

È nel cinquantennio compreso fra gli anni Trenta e Ottanta che la fabbrica raggiunge i suoi successi migliori con Ermanno Toso, Pollio Perelda, Robert Wilson e l’ultima generazione dei Toso, quella di Rosanna, Giusto e Renato e abilissimi maestri vetrai come gli Zuffi, Vittorio Ferro, Giuseppe Finottello, Bruno Fornasier.

Nel 1981, con la scissione della Fratelli Toso in due diverse società, termina la storia comunitaria dell’azienda.

La produzione artistica: non solo murrine

Specializzandosi velocemente nella produzione di vetro artistico la Fratelli Toso fu fra le prime manifatture a recuperare l’antica tecnica della murrina - risalente a epoca romana - divenendo ben presto una delle migliori vetrerie nella sua produzione.
Si passa dalle tradizionali murrine millefiori realizzate a cavallo tra '800 e '900, alla loro reinterpretazione moderna pensata da Ermanno Toso, Pollio Perelda, Robert Wilson sino ai più recenti esempi di murrina sviluppati dai giovani Rosanna, Giusto e Renato Toso. Nel corso degli anni la murrina diventò il vero “marchio di fabbrica" della Fratelli Toso.
Dalla fine dell'800 ne sono state prodotte un'incredibile varietà, innumerevoli tipologie e, tutte di fattura eccezionale e di grande valore artistico.
Accanto alle opere in murrina - di cui si è già parlato diffusamente nella recensione alla mostra
La Fratelli Toso: i vetri storici dal 1930 al 1980 - la vetreria produceva anche altri pezzi di altissimo livello realizzati con tecniche diverse.
Fra questi - oltre alle opere di Ermano Toso e Pollio Perelda già presentate nell’articolo citato - sono da ricordare i Vasi in zanfirico prodotti negli anni ’60: o l’originale serie non destinata alla vendita dei Piatti (s.d.) di Rosanna Toso incisi a mano libera utilizzando una punta di diamante.
E sempre in questo ambito - sia pure con stile e tecniche assolutamente diverse dalle precedenti – si inserisce la produzione di Giusto e Renato Toso che “ha ben rappresentato il trend e le mode degli anni ’60 e ’70, dando largo spazio al cristallo, al monocromatismo, alle linee semplici e lineari” (C. Toso). Opere come Repetà (1966) o Elemento musicale (1966) o Gala (1968) valsero ai due designer ambiti premi alle Biennali di Venezia di quegli anni.

I designer della Fratelli Toso 

È importante soffermarsi, sia pure brevemente, sulle figure dei designer che determinarono la fortuna della Fratelli Toso: da Nicolò - uno dei sei fratelli fondatori che è stato il primo designer della manifattura - all’ultima generazione dell’azienda, quella di Rosanna, Giusto e Renato. E in mezzo ci sono nomi di tutto rispetto.
Gli anni Dieci e Venti - anni in cui si intensificò la collaborazione fa artisti e fornaci - sono segnati da artisti del livello di Hans Stoltenberg Lerche (1867-1920), Umberto Bellotto (1882-1940) e Guido Cadorin (1892-1976).
Molti dei loro pezzi furono esposti alle Biennali di Venezia del 1912, 1914 e 1920 e a quelle di Monza del 1923 e del 1925.

Ermanno Toso (1903-1973), entra in azienda nel 1923 e dagli anni Trenta ne diviene direttore artistico. È il disegnatore delle murrine più iconiche della Fratelli Toso. Partendo dalle “murrine tradizionali” sino a quelle rinnovate nelle forme e nei colori dei decenni successivi le murrine disegnate nell’arco della sua carriera (fra cui le tipologie Bobolo, Foglie, Kiku, Lattimo, Petoni, Redentore, Spirale, Terrazzo) sono rimaste il vero marchio di fabbrica della vetreria. Molte delle sue opere sono state esposte alle Biennali di Venezia negli anni compresi fra il 1930 e il 1964 e a numerose altre manifestazioni nazionali ed internazionali.
Con i Vasi in murrina lattimo si aggiudica il primo premio alla Biennale di Venezia del 1964. Cura brillantemente anche altre linee realizzate con tecniche diverse.

Pollio Perelda (1915-1984), designer della Fratelli Toso dal 1948 al 1964, creò alcune tra le più belle linee di murrina moderne. “La sua formazione pittorica traspare nel suo design: decostruisce, deforma e stravolge la forma delle sue murrine tanto che, in alcune delle sue linee più famose, la murrina stessa diventa sempre più simile a delle pennellate di colore, la forma originale diventa quasi irriconoscibile” (dal catalogo "La Fratelli Toso: i vetri storici dal 1930 al 1980", edizione Il mondo del vetro, 2018, p. 136).
A lui si devono - fra le tante - le murrine Cattedrale, Farfalle, Stellata.

Robert Wilson: inizia la sua collaborazione con la Fratelli Toso - con cui collabora per alcuni anni dal 1949 - scegliendo esclusivamente Licio Zuffi (1921-1973) come suo maestro esecutore di riferimento. In suo onore, al termine della collaborazione, è creata la murrina Wilson.

Rosanna Toso (1941-2001), sorella di Arnoldo, entra nella Fratelli Toso nel 1964 come designer e ne diventa direttrice artistica nel 1973. All'inizio della sua carriera segue lo stile tradizionale della manifattura, disegnando, ad esempio, la murrina merletto. Nella seconda fase della sua attività, cercando nuove line e nuove tecniche di lavorazione, privilegia design leggeri, forme essenziali di cristallo caratterizzate dall’uso del bianco o del nero, ben rispecchiando le tendenze degli anni ’60 e ’70. Allo scioglimento della società continua a lavorare come designer con il fratello Arnoldo nell'Antica Vetreria Fratelli Toso.

Giusto Toso (1939) Renato Toso (1940)
Figli di Ermanno Toso, entrano in ditta all'inizio degli anni '60 come designer. Alla morte del padre, nei primi anni '70 lasciano la fabbrica per continuare separatamente la loro carriera di architetti e designer. Giusto si è dedicato in particolar modo al campo dell’illuminazione in vetro, mentre Renato ha privilegiato l’oggettistica.

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Tipologie di murrine prodotte dalla vetreria Fratelli Toso (1854-1981)

Murrina Cattedrale: sia per forma che per colore richiama le grandi vetrate delle cattedrali Illuminando il vaso dall'interno le singole murrine sprigionano effetti di luci e chiaroscuri
Murrina Contrasto: nasce dall’accostamento di tre differenti colori in contrasto; durante la fusione un colore - non si amalgamandosi per composizione chimica - emerge sugli altri
Murrina Farfalle
(o Schmetterling:) le murrine subiscono una maggiore deformazione diventando quasi pennellate di colore; la classica forma della murrina svanisce lasciando il posto a questo colorato motivo decorativo.
Murrina Foglie: caratterizzata da un disegno astratto, moderno ed originale tutte ispirate alle venature e alle forme delle foglie
Murrina Grande o Bobolo: murrina a cerchi concentrici in colori alternati
Murrina Kiku: è una prima reinterpretazione della tradizionale murrina millefiori tipica della Fratelli Toso. Kiku è una
parola giapponese che vuol dire crisantema
Murrina Lattimo: leggera, elegante, monocromatica. In lattimo su sfondo cristallo interpretava perfettamente le tendenze artistiche degli anni Sessanta

Murrina Masso: una semplice murrina realizzata a forma di fiore con gambo stilizzato
Murrina Merletto: realizzata nello stile tradizionale della Fratelli Toso
Murrina Millefiori
: la tipologia più antica della murrina costituita da sezioni di canna di vetro caratterizzata da strati concentrici di differente colore, talvolta formanti tipici motivi più elaborati (es. a stella o a fiore)
Murrina Millepunti: il suo disegno è caratterizzato da un fitto insieme di puntini colorati
Murrina Petoni: murrine dai colori forti e accesi usati in combinazione con il vetro Nerox

Murrina Redentore
: ricorda i fuochi d'artificio e prende nome dalla famosa notte di festa veneziana durante la quale vengono sparati i fuochi d'artificio davanti a piazza San Marco
Murrina Spirale
: elegante e raffinata, la murrina a spirale è stata replicata in numerose combinazioni di colori, mai mescolati insieme nei singoli vasi
Murrina Stellata: composta da un gruppo di corte cannette di vetro disposte a stella stilizzata e poi fuse insieme
Murrina Terrazzo: alcuni colori della murrina sono in vetro semitrasparente, per questo i vasi terrazzo illuminati dall'interno producono affascinanti giochi di luce
Murrina Wilson: realizzata in onore di Robert Wilson con una W stilizzata

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Anna Maria Di Stefano
01/01/2018
Esperta di discipline biblioteconomiche e di information retrival. Dopo la laurea in Lettere (Roma, Università degli Studi “La Sapienza”) ha conseguito il Diploma di Specializzazione di Paleograf [...]
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