RECENSIONI
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Roma | L’arte dei “murrinari” in mostra alla Casina delle Civette la collezione dei fratelli Toso tra artigianato e design
21/05/2019
- Anna Maria Di Stefano


periodo: 18/05/2019 - 15/09/2019
curatore: Caterina Toso, Ivano Balestrieri
presso: Casina delle Civette: Dipendenza

Dal 18 maggio con la mostra "La Fratelli Toso: i vetri storici dal 1930 al 1980" si può ripercorrere alla Casina delle Civette (Roma) la storia e la produzione di una delle manifatture più prestigiose e antiche di Murano: quella dei Fratelli Toso, celebre essenzialmente per la lavorazione di molti tipi di murrine.

L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali - è a cura di Caterina Toso, storica del vetro e ultima erede della vetreria, attuale proprietaria della collezione privata e dell’archivio storico dell’azienda e di Ivano Balestrieri, titolare de “Il Mondo del Vetro” a cui si deve l’organizzazione della mostra.
Nel presentarla alla stampa Maria Grazia Massafra, direttore del Museo di Villa Torlonia-Casina delle Civette, ha sottolineato come l’esposizione sia perfettamente organica con la sede in cui è ospitata - famosa per le sue splendide vetrate Liberty e con la vocazione del Museo: le Arti Applicate e il vetro.

Il percorso espositivo
Il percorso espositivo presenta in ordine cronologico - in più di cinquanta esemplari - una selezione dalle “eccellenze” della produzione artistica della Fratelli Toso compresa fra gli anni 1930 e 1980. Sono esposti, inoltre, un numeroso repertorio di murrine (sezioni di canne di vetro) realizzate dalla Fratelli Toso e riproduzioni di disegni e bozzetti provenienti dal suo Archivio Storico.

La mostra: un excursus cronologico
L’esposizione ripercorre il periodo che va dal 1930 - anno in cui l’Azienda ha rivolto un interesse sempre maggiore alle Esposizioni e alle grandi Manifestazioni nazionali e internazionali - al 1980, anno in cui ha cessato la sua attività.
L’excursus cronologico passa per tempi e produzioni che hanno segnato la storia del design del vetro in Italia.
Il merito va a figure quali Ermanno Toso, Pollio Perelda, Robert Wilson, Rosanna Toso che hanno lavorato incessantemente per la manifattura e all’abilità dei maestri vetrai (dagli Zuffi, a Bruno Fornasier) che hanno tradotto le loro ideazioni in opere vere e proprie.

Gli esemplari esposti non erano opere destinate alla vendita, ma pensate e prodotte in edizioni limitate - se non in pezzi unici - per le importanti ribalte nazionali e internazionali, tra cui le Biennali di Venezia e di Monza.
Pezzi tutti diversi fra di loro, raccolti nel corso degli anni nella Collezione storica dell’azienda costituita da Arnaldo Toso, erede diretto dei fondatori della vetreria, con un instancabile lavoro di conservazione, ricerca e valorizzazione. Esemplari che rappresentano le linee più importanti della produzione artistica pensate in quel cinquantennio; opere che incantano “per l’eleganza delle forme” e “la forza dei colori” secondo la definizione di Ivano Balestrieri.

Murrine e non solo
Gran parte delle opere in mostra (vasi in murrina e non) sono di Ermanno Toso (1903-1973), discendente diretto della famiglia, designer e direttore artistico dagli anni Trenta.
I suoi vasi in murrina esposti per questo evento - fra cui quelli delle linee Kiku, Redentore, Foglie, Terrazzo, Spirale, Lattimo, Petoni, Boboli - sono fra le più belle produzioni della Fratelli Toso realizzate con questa tecnica.
Non a caso alcune delle sue murrine - fra le più iconiche della manifattura - sono rimaste il vero marchio di fabbrica della vetreria. Mescolando nel cilindro da prestigiatore murrine e tecniche diverse, giocando con le trasparenze e le opacità del vetro, accostando murrine monocromatiche e altre di linee diverse, nascono capolavori: i Nerox Redentore, i Nerox a petoni, i Kiku a murrine sparse o i Kiku Redentore per citarne solo alcuni.
Con la serie dei Vasi in murrina Lattimo - presenti anch’essi in questa mostra - si aggiudicò il Primo Premio alla Biennale di Venezia del 1964.

Fra le altre opere esposte ci sono quelle di Pollio Perelda (1915-1984) designer estroso e innovativo della Fratelli Toso dal 1948 al 1964, che creò alcune tra le più belle linee di murrina moderne. A lui si deve la serie dei Vasi Stellati, realizzati negli anni Cinquanta, quelle dei Vasi Cattedrale (1957), dei Vasi Farfalle (1962 ca.) e dei Vasi Marmorino (1964), di cui sono esposti alcuni preziosi esemplari.
L’estro pittorico e innovativo del designer brilla anche nella linea dei Vasi Zebrati in cui le murrine, rotte in maniera casuale prima di essere utilizzate, si fondono in lavorazione creando un particolare motivo decorativo caratterizzato da sfumature e linee sinuose, quasi pennellate.

Di Robert Wilson - l’artista statunitense che collaborò per alcuni anni con la Fratelli Toso dal 1949 - sono esposti due vasi con inserita la murrina Wilson creata in suo onore con una W stilizzata.

Accanto alle famose murrine sono esposti anche numerosi altri pezzi realizzati dalla Fratelli Toso con tecniche produttive diverse. Ancora una volta molti sono di Ermanno Toso: i Vasi a fasce o a spire d’argento (presentati alla Biennale di Venezia del 1934); quelli in vetro pulegoso (1940 ca.), vetro particolare dall’aspetto opaco e ricco di microbollicine; la serie dei Nerox, realizzati con un particolare tipo di nero che ossida in superficie; la serie dei Vasi Nuvole (1962) con cui Ermanno cerca nuove tecniche creative che rispecchino il cambiare dei tempi.

Ma bisogna assolutamente soffermarsi, nel corso della visita, davanti ai Vasi Millerighe (1954 ca.), una serie limitata esposta alla Biennale di Venezia del 1954 e mai più replicata, considerata a tutt’oggi – fra i pezzi realizzati con una tecnica diversa dalla murrina - uno dei maggiori successi della Fratelli Toso.
Di Pollio Perelda, invece, non si devono tralasciare i Vasi a fasce (1958) dal design estremamente moderno, risultato del suo estro e della sua preparazione pittorica.

La mostra termina con un omaggio a Rosanna Toso (1941-2001) “unica donna alla direzione artistica della vetreria” il cui stile è caratterizzato da un design nuovo e leggero che privilegia il cristallo come materia e il bianco e il nero come colori, seguendo i gusti del tempo. Nel vaso Masso (1969), qui esposto, reinterpreta in maniera nuova l’uso della tradizionale murrina millefiori. Nella ricerca di nuove tecniche, che ha perseguito in tutta la sua carriera, realizza i vasi della linea Foglie (1970) - anch’essi esposti - con tessere di vetro colorato ritagliate e poi applicate a caldo al vaso.

Nel mondo delle meraviglie
Nell’ambito dell’esposizione suscita grande interesse una numerosissima collezione di murrine ordinatamente disposte in due scatole della Vetreria Artistica Fratelli Toso. Più di duecento dalle tipologie più disparate: dalle classiche millefiori, a quelle figurate, a quelle dai disegni più ricercati ed elaborati. Non mancano le curiosità: dalla murrina Wilson, ad esempio, a quella che riporta l’intera dicitura del nome della fabbrica. Tra le due scatole sono inseriti tre preziosi esemplari dall’antica produzione Toso: piccoli vasi in murrina risalenti alla fine dell’Ottocento.

Un omaggio ai maestri vetrai
La mostra tributa anche un giusto riconoscimento ai maestri vetrai “troppo spesso dimenticati e troppo spesso eclissati dietro i nomi dei designer con cui lavoravano” (C.Toso). In un pannello esplicativo sono presenti i nomi di quegli instancabili artigiani - come Zuffi, Finottello, Ferro, Fornasier, quasi sempre membri della famiglia Toso, di quelle “esperte mani esecutrici” che - con la loro perizia e abilità - hanno fatto diventare “capolavori” gli elaborati e innovativi progetti dei designer.

Per saperne di più…
Completano l’esposizione - approfondendo la storia dell’azienda e la genesi dei singoli manufatti – riproduzioni di disegni, bozzetti, foto provenienti dall’Archivio Storico della vetreria: una fonte di valore inestimabile per restituire una dettagliata immagine dell’azienda nel corso degli anni e certificare l’originalità della Collezione.
L’intero archivio - scansionato e digitalizzato fra il 2013 e il 2017 per salvaguardarne l’esistenza e la memoria - è anche consultabile in sede previo appuntamento.
Il visitatore è inoltre agevolato da una serie di pannelli dedicati alla storia della Fratelli Toso e della Collezione; alla tecnica di fabbricazione delle murrine e alle diverse tipologie; ai designer e i maestri vetrai che hanno lavorato in quegli anni per l’azienda.
È corredata, infine, da un accurato catalogo con testi di Caterina Toso e Ivano Balestrieri, curatori della mostra, edito nel 2018 da “Il Mondo del Vetro”.

indirizzo
via Nomentana 70, Roma

accesso per i disabili
si

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Anna Maria Di Stefano
01/01/2018
Esperta di discipline biblioteconomiche e di information retrival. Dopo la laurea in Lettere (Roma, Università degli Studi “La Sapienza”) ha conseguito il Diploma di Specializzazione di Paleograf [...]
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