TERRITORI
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Caltagirone, la Rocca dei Vasi 20/06/2013 - Elena Paloscia

È una città dal volto barocco ma dall’anima antica di oltre cinquemila anni Caltagirone, ma la storia recente ne ha cambiato l'aspetto. Come gran parte delle città della Sicilia orientale ha subito, infatti, un destino di distruzione con il terremoto del 1693 seguito da una rapida ricostruzione, così ora lo stile tardo barocco imprime alla città un’identità inconfondibile, impreziosita da interessanti inclusioni liberty nel tessuto settecentesco.
La ricchezza del centro storico con le chiese e i palazzi signorili e la sua tradizione ceramica millenaria, hanno contribuito a far includere la città nel 2002 tra i beni patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Con un territorio favorevole, non lontana da Catania e da Gela, di cui domina le piane, e disposta ad anfiteatro alle pendici dei monti Erei, la città è stata un crogiuolo di civiltà ed ha visto susseguirsi Bizantini, arabi, genovesi e Normanni da cui ha appreso e perfezionato i suoi saperi artistici e creativi.
La naturale ricchezza di argilla del territorio e la ricchezza dei boschi che offrivano legna per i forni, ne hanno fatto un centro di tradizione ceramica fin dall’epoca presistorica e le tracce di questa incessante attività si incontrano nelle strade e negli angoli della città ancora oggi. È proprio questo: la policromia delle maioliche e la plasticità delle architetture ornate in terracotta e gli angoli più suggestivi, che vogliamo scoprire.
La più celebre e scenografica espressione di quest’arte è senz’altro scalinata di Santa Maria del Monte: centoquarantadue gradini che collegano la città alta alla città bassa. Costruita da Giuseppe Giacalone nel 1606 e sistemata nell’ ‘800, assume l’aspetto odierno solo negli anni ’50 del secolo scorso, quando le alzate di ogni gradino vengono rivestite con mattonelle in maiolica realizzate da artigiani locali con motivi geometrici, antropomorfici e fitomorfici, ispirati alla storia della decorazione calatina dal x al xx secolo.
Anche il Ponte di S. Francesco, costruito nel 1626 dall’architetto romano Orazio Torriani e terminato dall’architetto messinese, Bonaventura Certo, nel 1666, fa parte degli interventi seicenteschi di sistemazione urbanistica. Nato con lo scopo di unire due delle tre alture su cui sorge la città presenta una decorazione in maioliche con le cromie tipiche verdi gialle e blu.
Tra le vie cittadine è possibile trovare altre decorazioni in maioliche che ornano chiese, edifici pubblici o palazzi privati come la balconata di Palazzo Ventimiglia, realizzata dallo stesso proprietario, il celebre artigiano settecentesco Benedetto Ventimiglia, in maiolica policroma invetriata, forse su disegno di Natale Bonaiuto
La terracotta e la policromia dei mattoni nei piani superiori si ritrovano anche in uno splendido palazzo liberty in via Luigi Sturzo, il Palazzo Saleri detto “Palazzo della Magnolia”. Qui destano meraviglia soprattutto i preziosi motivi floreali in terracotta ispirati al fiore della Magnolia, che ornano le ringhiere dei balconi e del portone centrale. Gli inserti sono stati realizzati dalla manifattura di terrecotte Vella su disegno dello stesso Enrico Vella. Degno di nota anche il Palazzo Perremuto Crescimanno che oltre ad essere di grande interesse per i decori, gli arredi e le suppellettili, la quadreria di famiglia ha una collezione di terracotte, ed una scala rivestita in maioliche.
Anche l’architettura religiosa riserva grandi sorprese, esempio di straordinario interesse è la chiesa di San Pietro con una facciata goticheggiante, racchiusa in due campanili gemelli. E' rivestita di ceramica blu, gialla e verde.
Nella Chiesa del SS. Salvatore, ricostruita dopo il terremoto del 1693, in cui è sepolto Don Luigi Sturzo, oltre a sculture e dipinti di pregio si trova un antico pavimento in ceramica opera del maiolicatore Ignazio Campoccia, nella Chiesa di S. Francesco di Paola, si può ammirare un pannello in ceramica raffigurante S. Francesco di Paola di Mario Vaccaro.
Tra le vie della città si incontrano anche alcune edicole votive in maiolica decorata tra cui l’Edicola con Madonna con Bambino in Via Ronco de Francisci, realizzata nel XVIII sec. a forma di finestra barocca e e l’edicola in Via Rocchitti, entrambe decorate con i colori tipici della ceramica calatina, il giallo, il manganese, il blu cobalto.
Sempre in centro, nel Palazzo Senatorio, attuale Teatro comunale e sede della Galleria Don Luigi Sturzo, non lontano dalla Piazza del Municipio si può ammirare sul porticato principale il pannello ceramico di 82 mq realizzato dall’artista Pino Romano nel 1954, con la celebrazione della battaglia di Castel di Judica condotta dal Conte Ruggero detto “Il Normanno, che contribuì alla cacciata degli arabi dalla Sicilia. Vi sono inoltre, pannelli in ceramica policroma, con "Personaggi Illustri" realizzati su disegni del prof. Antonino Ragona.
Da non perdere alcuni musei tra cui: il Museo regionale della Ceramica, che vanta una ricchissima collezione di ceramiche a partire dall'età preistorica e l’Ex Ospedale delle Donne che ospita attualmente il Museo d'Arte Contemporanea. Il suo prospetto rinascimentale, disegnato dal Nicastro, è ornato da medaglioni di terracotta in rilievo realizzati intorno alla metà dell'Ottocento dallo scultore Giuseppe Failla e all’interno ospita opere di importanti artisti contemporanei locali e Nazionali che hanno lavorato con la ceramica. Anche Villa Patti, Museo delle ville caltagironesi e siciliane, ospita collezioni in cui, attraverso la storia della vita rurale dell’aristocrazia siciliana, si possono ammirare oggetti di particolare pregio e studi per le decorazioni delle ville. Tra le curiosità: il Museo Internazionale del Presepe, presso l’ex Biblioteca Comunale, che raccoglie oltre 1000 pezzi della collezione Luigi Colaleo, qui si possono ammirare figurine antiche tra cui quelle realizzate dai più abili maestri dell’Ottocento come Giuseppe Vaccaro, Bongiovanni, Francesco Bonanno e Padre Benedetto Papale. 

In Via Ex Matrice c’è poi da visitare l’Istituto Statale d'Arte per la Ceramica intitolato a Luigi Sturzo e fondato nel 1928 con lo scopo di contribuire all'incremento ed al perfezionamento dell'arte dei vasai ceramisti, l'Istituto accoglie, tra l'altro, un il Museo delle Espressioni Ceramiche Contemporanee, con una raccolta di ceramiche rare e di lavori degli studenti dagli anni 50 ad oggi ed una biblioteca.
Un capitolo a parte meriterebbe la Villa comunale, un giardino, ispirato ai coevi modelli inglesi, costruito nel 1850 da Giovanni Battista Filippo Basile (padre di Ernesto, maestro del Liberty siciliano).
Il giardino si sviluppa in una serie di sentieri in cui si scoprono vasi in terracotta istoriati, con scene di vita quotidiana, collocati nei viali, anch’essi riprodotti dagli artigiani ceramisti sul modello originario di Giacomo Bongiovanni, statue e fontane. È decorato, inoltre, anche da pannelli ceramici posti all’ingresso con le 4 stagioni raffiguranti figure femminili in terracotta, riprodotte dal ceramista Pino Romano, da una balconata in terracotta di stile liberty floreale della fabbrica Enrico Vella, che cinge il punto più panoramico dell’altopiano con vista sul piazzale principale della Villa. Nella zona sud si trova una Fioriera in terracotta, realizzata da Gioacchino Alì. In uno slargo, il Palchetto della musica dalle forme arabeggianti ed ornato da maioliche progettato e costruito verso la metà dell’Ottocento, ma ricostruito con le forme attuali e la decorazione in maiolica, realizzata da Antonino Ragona negli anni ‘50. Il lato della villa che si affaccia su via Roma è delimitato da una balaustrata ornata da vasi antropomorfi, ai quali si alternano pigne e lampioncini decorati in maiolica. Preesistente Il teatrino che oggi costituisce l’ingresso al Museo Regionale della Ceramica era stato costruito nel 1792, da Natale Bonajuto e costituisce un elegante belvedere affacciato sulla valle di levante. Le gradinate sono decorate in maiolica policroma dai ceramisti Ignazio Campoccia ed Angelo Mirasole.
A pochi chilometri da centro città può valere la pena visitare il Cimitero del Paradiso, oggi dichiarato monumento di interesse nazionale già nel 1931, è stato costruito da Gianbattista Nicastro nel 1866 di pregio le cappelle nobiliari decorate con le maioliche policrome.
Pannelli in maiolica con le stazioni della Via Crucis si trovano sulla strada che conduce al Santuario del SS. Crocifisso.
Per concludere, dopo una full immersion nel passato e nel presente, senza tralasciare gli altri luoghi della città di grande interesse, come il settecentesco Duomo di San Giuliano, l’attigua Corte Capitaniale, o la chiesa di Santa Maria del Monte con la sua Madonna di Conadomini, interessante opera del Duecento bizantino e le altre chiese barocche, non ci si può esimere da un tour tra le botteghe d’arte e agli show room in cui nuove e vecchie generazioni offrono oggetti ispirati alla tradizione e sperimentazioni attuali.
 

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Elena Paloscia
10/10/2017
Storica dell’arte e curatrice indipendente si è laureata in Storia dell’Arte Moderna all’Università “La Sapienza di Roma. Ha frequentato un corso di Perfezionamento in Museografia presso il [...]
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