RECENSIONI
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Roma | La magia di un elefantino bianco: Francesco Principali e le “metamorfosi del quotidiano” nel fascino del Liberty e del Déco
22/10/2018
- Anna Maria Di Stefano


periodo: 13/10/2018 - 09/12/2018
curatore: a cura di Priscilla Principali e Maria Grazia Massafra
presso: Casina delle Civette - Villa Torlonia

Metamorfosi del quotidiano. Il fascino dei materiali liberty e déco nella collezione romana di Francesco Principali - mostra recentemente inaugurata alla Casina delle Civette (Roma) - è un modo unico per celebrare l’anniversario di un compleanno. Il verbo “festeggiare”, infatti, sarebbe fuori luogo: Francesco Principali - architetto, collezionista, esperto di arti decorative del XX secolo, mercante d’arte internazionale - avrebbe compiuto da poco settanta anni ma è prematuramente scomparso nel 1999.

Per questa ricorrenza i suoi eredi - spinti dalla convinzione dello studioso che si dovessero condividere i meravigliosi oggetti del passato con coloro che fossero in grado di apprezzarli - hanno realizzato il suo sogno esponendo parte della sua collezione in questa sede prestigiosa.

La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è organizzata dall’Associazione Culturale Athena Parthenos ed è a cura di Priscilla Principali e di Maria Grazia Massafra.

Francesco Principali (1947-1999)
Le sue foto - suggestivi bianco e nero - che si materializzano prepotentemente nelle pagine del catalogo, che accompagnano il visitatore nel percorso della mostra - ci restituiscono di lui un’immagine vitale e prorompente, a volte canzonatoria: occhi profondi e vivaci, l’eterna pipa fra i denti, i capelli lunghi sul collo secondo la moda di quegli anni, un sorriso aperto ed entusiasta, una risata a volte dissacrante. Un inno alla vita e all’ hic et nunc! quasi presagisse che il suo tempo era contingentato. Se ne è andato anzitempo lasciandoci, però, un messaggio e un monito:
nulla si possiede ma semplicemente si scopre, si custodisce e si tramanda.

L’Antico. Viaggio intorno ad un oggetto
Fu la moglie Patrizia - contagiata dal suo amore per l’antiquariato - che lo convinse ad aprire il loro primo negozio: L’Antico. Viaggio intorno ad un oggetto, ubicato non in via dei Coronari - la tradizionale via degli antiquari - ma in via Padova, in un quartiere dove gli scultori, i pittori, i ceramisti, gli architetti più importanti del secolo scorso erano di casa. Nel piccolo atelier si trovavano oggetti, lampade, sculture, arredi Liberty e Déco, espressione di quelle “forme d’arte trasversale che coinvolgono le arti applicate e l’artigianato con l’obiettivo di opporsi alla standardizzazione produttiva portata dall’industrializzazione” (M.G. Massafra). Il successo fu grande. Seguirono anni caratterizzati da ulteriori studi e ricerche, dalla frequentazione di fiere e mercati londinesi e britannici alla ricerca di sofisticati manufatti inglesi. La sua competenza nel settore crebbe al punto che la Casa d’Aste Bonhams gli propose di diventare il loro esperto per le arti decorative del Novecento.

La magia di un elefantino bianco
Tutto era cominciato dalla magia di un elefantino in porcellana bianca, della Manifattura Richard Ginori su disegno di Gio Ponti, scovato in qualche negozietto negli anni ‘70. Inizia così la sua raccolta quando le arti minori del XX secolo erano ancora quasi sconosciute ai più.
O meglio, a dirla tutta, l’interesse di Francesco per l’antiquariato aveva radici ben più lontane, cresciuto - secondo il racconto del figlio Lorenzo -“circondato da quelle cose che vedeva dalle zie, mobili e oggetti talvolta considerati vecchi e dismessi” o quando - ancora ragazzino - passava pomeriggi nello studio di uno zio a scovare “meravigliose penne a inchiostro dei primi del Novecento, vecchie cartoline, fermalibri… l’immancabile bronzo di Dante” (Lorenzo Principali).

La mostra
Il percorso espositivo è articolato in due sedi distinte: la Casina delle Civette e la Dipendenza.
Nell’edificio sono esposte circa quaranta opere: bronzetti, ceramiche, vetri, giocattoli, mobili, complementi d’arredo in genere. Oggetti di uso comune caratterizzati comunque dalla bellezza, dall’armonia, dall’essenzialità del Liberty e del Déco che si integrano pienamente con lo stile e le vetrate artistiche della Casina delle Civette.
Esempio eclatante è l’angolo allestito nel bow-windov del Fumoir dove sono perfettamente contestualizzati - quasi facessero parte dell’arredo originario - un portapiante (1900-1925), su cui poggia un cache-pot (1900 ca.) in stile egizio, inserito fra due poltroncine in noce (1927-28) di Marcello Piacentini.

Le opere - tutte relative al primo Cinquantennio del ’900 - sono a firma di artisti prestigiosi: da Duilio Cambellotti a Ettore Ximenes, a Giacomo Balla, a Fortunato Depero, a Gio Ponti, a Guido Andlovitz, a Giovanni Prini, a Ercole Barovier e sono state realizzate da famose manifatture e vetrerie italiane. I materiali usati sono i più eterogenei: vetro, bronzo, ceramica, porcellana, terracotta, maiolica, cartapesta.
Nel succedersi delle sale le forme curve e sinuose del Liberty sono accostate a quelle essenziali e geometriche del Déco passando con naturalezza da Vaso blu cobalto (1903) di Giorgio Spertini al Servizio da tè (1930 ca.) di Guido Andlovitz.

I bronzi appartengono quasi tutti agli anni Venti: non può mancare l’effigie di Dante Alighieri, un must per le case medio-borghesi di quegli anni, ma questa è a firma di Ettore Ximenes! Sono presenti figure mitologiche: Il fauno e la ninfa di Pietro Camerini o La Dea Roma di Duilio Cambellotti.
In particolare le opere di quest’ultimo artista sono perfettamente inserite nell’ambiente, quasi si trattasse di un “ritorno a casa” visto che a lui si deve il disegno di molte delle vetrate liberty della Casina delle Civette e la progettazione di alcuni mobili che la arredano. Come architetto e progettista d’interni, infatti, aveva sostenuto con forza la “nuova cultura dell’abitare” che aveva come obiettivo “l’unità progettuale, la continuità fra interno e esterno, la coerenza di ogni elemento d’arredo con il disegno globale dell’edificio” (M.G. Massafra).
Per approfondire ulteriormente questo aspetto si consiglia una visita alla mostra Duilio Cambellotti, mito sogno e realtà ancora in corso ai Musei di Villa Torlonia fino all'11 novembre 2018.

La maggior parte dei vetri esposti - tutti realizzati dalle più prestigiose vetrerie artistiche di Murano: Zecchin-Martinuzzi, Barovier & Toso, Venini, MVN Cappellin, tanto per citarne alcune - appartiene soprattutto alla produzione degli anni Trenta e Quaranta.
Scorrono davanti ai nostri occhi ciotole, centritavola, candelieri, soprammobili, lampade, vasi nelle più svariate lavorazioni del vetro: iridescente (fra cui Centrotavola e una coppia di candelieri), pulegoso (Pianta grassa), lattimo (Guanto), colorato (Lampada a campana), incamiciato (Vaso), iridato trasparente e blu (Figura di ballerina).

Ampio spazio è dato alle ceramiche, alle terrecotte, alle porcellane, alle maioliche anch’esse prodotte da famose manifatture italiane, eccellenza del nostro artigianato, fra cui la Società Ceramica Italiana Laveno, la Manifattura Lenci, la Manifattura Richard Ginori-Pittoria di Doccia, La Fenice Albisola.
La datazione delle opere esposte spazia dagli inizi del Novecento (Vaso blu cobalto, 1903) agli anni ’40-’50 (Lampada da tavolo a conchiglia di A. Ciampi). Fra i soggetti rappresentati sono numerose le figure umane (fra cui Figura femminile di La Salamandra, Monaco orientale accovacciato, La russa) e quelle animali (come Gatto selvatico, Elefantino e Foche).

Molti gli oggetti di uso comune, soprattutto vasi: fra i tanti Vaso con piume di Tullio d’Albisola, Vaso turchese di G. Andlovitz, Vaso bianco di A. Campi.

Ci sono poi una serie di “oggetti curiosi”: i Fermalibri di legno dipinto attribuiti a Balla, i giocattoli di cartapesta di Giovanni Prini, i soldatini di legno attribuiti a Fortunato Depero, tutti del 1920 ca.

Nella Dipendenza si trova una sezione a carattere essenzialmente documentario con materiale cartaceo d’epoca: copertine a stampa di riviste d’epoca a firme prestigiose del calibro di Fortunato Depero per "Secolo XX" (1928), di Guglielmo Sansoni (Tato) per "Gioventù fascista" (1932), di Duilio Cambellotti per "La conquista della terra" (1937-1939) o la xilografia di Giulio Aristide Sartorio per la copertina della rivista "L’amatore d’arte" (1921).
A seguire cartoline, spartiti musicali, manifesti. Come “anticipo” di quanto si potrà ammirare alla Casina delle Civette, arredano l’ambiente un Comodino (1910) di Ernesto Basile, una Specchiera liberty (1900-1910) in peltro e pietre dure, un bronzetto (la Dea bendata) di scultore napoletano e alcuni quadri fra cui Ritratto di donna (la moglie), 1920 ca. di Guglielmo Sansoni (Tato).

Storia di un quadro
Sono molti gli aneddoti e i segreti legati a questi oggetti, di cui gli eredi sono depositari. Curiosa è la storia raccontata da Lorenzo Principali sul dipinto Ritratto di donna (la moglie): il quadro è firmato “Z. Fettucciari” ma il vero autore è Guglielmo Sansoni (Tato), come era stato assicurato a Francesco Principali quando lo acquistò. Infatti, sottoponendo successivamente la tela all'esame con la lampada di Wood, è stata evidenziata la presenza di un'altra firma corrispondente a quella di TATO tutt'ora visibile sul quadro in alto a destra.

La mostra è completata da un catalogo con scritti di Maria Grazia Massafra, Cesare Nissirio, Lorenzo Principali e, nel corso della sua durata, sono previsti concerti.

 

indirizzo
via Nomentana 70

orari
Da martedì a domenica ore 9.00-19.00 La biglietteria chiude 45 minuti prima Giorni di chiusura: lunedì; 1° maggio La biglietteria è presso il Casino Nobile

biglietti
€ 6,00 intero; € 5,00 ridotto. La mostra è parte integrante della visita. Per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza) € 5,00 intero; € 4,00 ridotto

Immagine
Anna Maria Di Stefano
01/01/2018
Esperta di discipline biblioteconomiche e di information retrival. Dopo la laurea in Lettere (Roma, Università degli Studi “La Sapienza”) ha conseguito il Diploma di Specializzazione di Paleograf [...]
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