PROTAGONISTI CONTEMPORANEI
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Intervista Aldo Vitali argentiere da quattro generazioni 22/01/2020 - Elena Paloscia, con Sara Blessich e Sofia Greci

Aldo Vitali nasce a Roma da una famiglia di rinomati argentieri romani che aveva avviato la propria attività artigianale nella metà del secolo XIX. Una vita dedicata all’arte e all’insegnamento.
Presso l'Università e Nobil Collegio degli Orafi Argentieri ricopre attualmente la carica più rappresentativa, quella del Console Camerlengo.
Dal 1991 ha collaborato per alcuni anni come consulente, in qualità di Direttore per l'Italia del Reparto Argenti, Icone, Oggetti d'arte Russa della Casa d'Aste Christie's.
Lo abbiamo incontrato per conoscere meglio la sua storia e la sua attività:

Buonasera Professore,
grazie per averci accolti in questa splendida sede del
Sant’Eligio degli Orefici.
Ci può spiegare chi è un argentiere e cosa fa?

L’argentiere è un orafo che ha a disposizione un quantitativo di esercitazioni artistiche innumerevoli quindi rappresenta sicuramente l’apice della tradizione e della cultura che passa attraverso le arti del disegno l’architettura, la pittura, la scultura e, non a caso, moltissimi artisti del passato passano attraverso la frequentazione di una bottega orafa e la vicinanza del maestro riesce a trasmettere loro una serie di informazioni fondamentali per quanto riguarda la formazione artistica

Ci racconta come si diventa argentieri e qual’è stato il suo percorso formativo?

Vengo da una delle famiglie più autorevoli e anche la più antica di orafi argentieri romana che dalla metà dell’800 lavora sempre con caratteristiche di estrema qualità nel campo dell’orafo argentiere cioè di colui che riesce ad accomunare le sensazioni più intime del fare artistico che passa attraverso la scultura la forma progettuale architettonica e l’opera di argenteria.
Tutto ciò si è concordato anche con una preparazione al livello di studi che mi ha portato a frequentare il lico artistico, l’accademia e la Facoltà di architettura a Roma che negli Anni Sessanta era il centro culturale del sapere artistico romano.

Tra le numerose esperienze che hanno arricchito il suo percorso lavorativo, ce n'è una che lei considera più importante?

Devo dire che ogni opera che ho affrontato progettandola e poi portandola a compimento è stata una sfida che mi ha sempre provocato una serie di momenti di preoccupazione ma anche di soddisfazione nel momento in cui l’opera viene portata a termine.
Non farei una graduatoria. Nel campo dell’argenteria ho percorso sia itinerari che portavano all’oggetto da me disegnato ma anche il compimento di alcune opere antiche che dovevano essere completate e in alcuni casi restaurate, che è un altro tipo di percorso che necessita di un’assoluta preparazione e bravura dell’operatore.

Ha dei punti di riferimento che l'hanno ispirata artisticamente?
Ho avuto la fortuna di apprendere nel mio percorso scolastico al Liceo artistico e all’Accademia da maestri estremamente qualificanti nel campo delle arti del Novecento italiano, Afro, Basaldella, Capogrossi Mazzacurati , Pericle Fazzini ,molti di loro hanno lasciato una traccia indelebile così come alcuni storici dell’arte ai quali non si può non fare riferimento.

Quali sono in generale altre fonti di ispirazione, dal punto di vista iconografico e stilistico?
La conoscenza e l’approfondimento del percorso dei secoli passati è uno dei fattori essenziali a cui credo che nessun giovane che si affaccia a questo tipo di arte possa fare a meno.
L’apprendimento che desume dall’approfondimento nel campo delle arti del disegno del passato del disegno del passato riguardanti il campo dell’architettura pittura, scultura, arte orafa in generale è un fattore essenziale della formazione.

Oltre all’oro e all’argento con quali altri materiali lavora?
Direi che uno dei fattori che dcaratterizzano il lavoro dell’Orafo argentiere è quello di sapersi adattare a qualsiasi materiale e a qualsiasi lavorazione. Tutti quanti gli attrezzi, dal martello al ferro per tornire la lastra sono utensili che l’argentiere stesso costruisce e adatta alla propria necessità. Quindi bisogna avere capacità di adattamento a tutti i materiali e a tutti metalli

Creare un oggetto su commissione o di propria iniziativa: ci spiega la differenza e quali sono i margini di libertà?
La preferenza ovviamente va ai propri progetti, io ho avuto spesso questa grande fortuna di progettare oggetti. La mia caratteristica è stata la sfida nel realizzare oggetti che dimostrassero non solo la mia abilità ma anche il voler dimostrare l’incapacità di altri di poter riprodurre e di poter fare lo stesso percorso di elaborazione dell’oggetto da me creato

Come è cambiato in questo il ruolo dell’argentiere rispetto al passato?
Direi che non ci sono sostanziali differenze come nei secoli passati ci sono il bravo argentiere e orafo ma anche quello che viveva ai margini della corporazione perché aveva delle qualità limitate, ridotte, e vediamo anche nei secoli di maggior splendore dell’oreficeria e dell’argenteria opere di modesta qualità come capolavori.

Chi sono oggi i committenti? e quali sono le richieste più frequenti?
Con la mia famiglia per quattro generazioni abbiamo prodotto argenti e manufatti in oro non solo di piccole dimensioni come il gioiello, ma anche grandi dimensioni per grosse imprese e grandi gioiellieri e internazionali, aspetto che forse oggi viene in parte  superato dalla presentazione diretta delle proprio prodotto.

Cos'è l'Università e Nobil Collegio degli Orafi Argentieri? Qual è la sua funzione oggi?
È qualche cosa che si vive giorno dopo giorno perché ci ricorda tutto ciò che è stato fatto dal 1509 in poi anno di fondazione del Nobil Collegio fino alla riedizione dell’Università negli Anni Settanta del Novecento e nel dover rispettare inostri predecessori e di cercare di essere all’altezza della situazione che stiamo vivendo in questi decenni.

 Sappiamo che lei è Console Camerlengo dell'Università degli Orafi di Roma. Potrebbe spiegarci meglio qual è il ruolo di questa importante figura?
Il Console Camerlengo storicamente era il Presidente della Corporazione in passato come lo è dell’Associazione ai giorni nostri.
È colui che con la sua esperienza e le sue idee indirizza e si impegna per la conservazione, la valorizzazione e la diffusione della cultura orafa romana.

 Per molti anni è stato Direttore per l’Italia del Reparto Argenti, Icone, Oggetti d’arte Russa della Casa d’Aste Christie’s. In questi anni d’esperienza, qual è stato l’oggetto più interessante che ha incontrato?

Devo dire che questa attività è stata un’appendice della mia esistenza culturale di grande importanza perché ho potuto toccare con mano tutto ciò che ho studiato come storico e di operatore nel settore dell’argenteria e dell’oreficeria. Ho avuto innumerevoli occasioni di meraviglia di stupore di fronte a capolavori come di rammarico di fronte a una moltitudine di oggetti di qualità volgare. Ho visto ogni genere di oggetto e ho potuto così confrontarmi e dare il giudizio su questi manufatti.

Molte delle sue opere sono presenti nelle più importanti collezioni private e in musei internazionali: che significa essere l’unico argentiere italiano del XX secolo con un’opera esposta presso la Collezione della Goldsmith Company a Londra?

 Mi riempie di soddisfazione ma è stata anche una grande fortuna essere apprezzato dai maestri orafi londinesi molto rispettati e stimati da parte di tutti noi che lavoriamo in questo settore.
Potermi trovare e confrontarmi con loro in occasione della visita del Museo è stato un momento di grande emozione tutti conoscevano il mio centro tavola chiamato Borromini.

 Ha mai collaborato con altri artisti? Se sì, qual è stata la collaborazione che le ha dato maggiore soddisfazione a livello personale e lavorativo?
Non mi è capitato spesso di collaborare con altri artisti presso la mia bottega ma mi è rimasta nel cuore, come particolare motivo di soddisfazione, l’opportunità che ho avuto di lavorare insieme a mio fratello, che ha un laboratorio negli Stati Uniti, alla realizzazione di sculture in argento per la grande Maison Tiffany di uno dei grandi scultori americani del 900 Charles O. Sperry.
Devo dire che riuscire a interpretare questa sfida così importante rimarrà sempre nel mio curriculum mentale e nel mio sentimento.

Come si diventa argentiere oggi?
È una domanda veramente difficile a cui rispondere io sono uno dei fautori dell’idea che la scuola debba essere un fattore essenziale ma anche che sia fondamentale la pratica laboratoriale affiancata dal maestro, considerata ormai un surplus.
I maestri purtroppo sono stati relegati a un ruolo subalterno, non supportati da una politica culturale che li aiutasse ad essere messi in giusta luce.
Vi racconto solo che in Giappone, stato tecnologico all'avanguardia, i maestri di tutte le arti vengono soprannominati “i tesori viventi della nazione”. Purtroppo da noi i tesori viventi della nazione italiana non sono minimamente coadiuvati nel trasmettere la loro arte.

 Quali abilità sono necessarie e che opportunità ci sono per i giovani che desiderano lavorare in questo settore?L’apprendimento all’interno delle scuole qualificate e la frequentazione delle botteghe, entrambi fattori che possono portare i giovani a esprimersi al meglio, coadiuvati da una conoscenza delle tecniche del passato modernizzate o attualizzate anche grazie all’uso di da stampati 3d .
Indispensaabile è però l’acquisizione delle tecniche del passato per rischiare di incorrere nell’appiattimento di queste arti.

Lei è argentiere da generazioni, qualche membro della sua famiglia porterà avanti la tradizione?
Io ho due figli grandi uno storico all’arte contemporanea e uno architetto e designer, svolgono professioni che li appagano anche se entrambi conoscono le arti e l’arte orafa argentiera. Potrebbero degnamente portare avanti la tradizione di famiglia innovandola con le loro qualità e competenze nuove, ma sono scelte che faranno liberamente.

 Il lavoro dell’orafo argentiere è cambiato con l’avvento delle nuove tecnologie?
Si decisamente, mentre nell’oreficeria nel gioiello la stampa 3D può risolvere quasi completamente la realizzazione di un oggetto, questo nell’argenteria non può avvenire a causa delle dimensioni e delle tipologie di lavorazione penso, ad esempio,  ad una lastra tirata a martello, al cesellare e modellare statue più grandi del normale. Sono aspetti lo rendono un mestiere particolare, abbastanza anomalo. Gli argentieri sono meno fortunati dei gioiellieri.

 Come architetto, cosa pensa del design contemporaneo?
È quello che mi ha formato e a cui debbo tutto il rispetto nella mia formazione. In particolare i maestri del design degli Anni Sessanta, noti in tutto il Mondo sono stati di fondamentale importanza per me.

Guarda il video 

Intervista e il video sono stati  realizzati con le studentesse del liceo Orazio Sara Blessich e Sofia Greci in collaborazione con le compagne in Alternanza scuola lavoro per la mostra Maria Paola Ranfi Gioiello intimo colloquio alla Casina delle Civette (26 ottobre-29 marzo 2020).
Sara Ameruso; Laura Andolfi ; Elisa Bielli; Elena Borgia; Giulia Di Pace; Arianna di Pofi; Valentina Ene; Giorgia Grilli; Clarissa Lepri; Sofia Palma; Laura Sanna
Speaker: Sofia Greci

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