INCURSIONI D'ARTE
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I Ritorni. Le ceramiche anni Cinquanta e Sessanta fonte d’ispirazione per i disegni di Giuseppe Salvatori 23/06/2016 - Elena Paloscia

Hanno forme bizzarre e talvolta ricercate, cromie cangianti e bordi dorati i vasi degli anni Cinquanta e Sessanta della collezione dell’artista Giuseppe Salvatori, che li raccoglie sin dagli anni Ottanta, e che resteranno esposti fino al 26 giugno nella mostra I Ritorni allestita nella dependance della Casina delle Civette, a Villa Torlonia.
La nota dissonante appare subito evidente in queste ceramiche popolari, le decorazioni rigorosamente centrali, che solo raramente seguono l’andamento estroso e originale della plastica, sono paesaggi agresti o marini, quasi proiettati sulla superfice traslucida. Realizzati con poche linee e cromie in accordo con la tonalità del vaso, spesso bordato in oro, sono molto lontani dal gusto e dal design contemporaneo e sembrano riportarci indietro nei saloni delle zie e delle nonne.
Retrò senza possibilità di appello, suscitano tuttavia una curiosità inspiegabile e ci proiettano in un passato pieno di emozioni e ricordi. Quei “ritorni” cui fa riferimento il lavoro di Giuseppe Salvatori che ne recupera le
 linee essenziali, coerentemente con la sua poetica, mediante un processo di astrazione. 

Così i 30 disegni a matita in bianco e nero su carta, come le ombre cinesi acquistano una propria vita autonoma e compongono un’installazione fatta di tante silhouette in cui le case, le barche, gli alberi, l’acqua stessa, sospese nel nulla, perdono ogni parvenza del vero per trasformarsi in segno, quasi calligrafico. Un segno che ha il potere di evocare forme ancora riconoscibili ma che per Salvatori sono “soffi”, “respiri” e, come i ricordi, affiorano da una dimensione interiore. L’intensità di queste immagini, quasi in controluce, non dipende più dalla verosimiglianza del colore ma dalla capacità dell’artista di coglierne l’essenza, la dimensione nostalgica. Ed è la “nostalgia come forza di gravità dell’anima” – ci spiega l'artista – citando la filosofa spagnola Maria Zambrano, a rievocare ciò che egli definisce “un tempo esiliato dal proprio tempo”, capace di rigenerarsi nella memoria collettiva proprio grazie a questi manufatti sopravvissuti.
Oggetti che proprio in virtù di quell’intento “consolatorio di comunicare serenità” non hanno mai in realtà perso la propria carica vitale.
E se nel tempo le arti applicate hanno guardato all’arte ufficiale, ispirandosi a questa per le forme e i decori, le sorti sembrano qui capovolgersi e le loro alterne fortune diventano in questa mostra bandiera della fluidità tra immagine, pensiero e memoria.

Informazioni
Casina delle Civette, Museo di Villa Torlonia, RomaMusei di Villa Torlonia
Via Nomentana 70 - 00161 Roma

Orario: da martedì a domenica ore 9.00-19.00
24 e 31 dicembre ore 9.00-14.00
La biglietteria chiude 45 minuti prima


Fino al 26 giugno 2013

Giuseppe Salvatori I Ritorni
Testo in mostra di Maria Grazia Massafra

web: Musei di Villa Torlonia
 

Immagine
Elena Paloscia
10/10/2017
Storica dell’arte e curatrice indipendente si è laureata in Storia dell’Arte Moderna all’Università “La Sapienza di Roma. Ha frequentato un corso di Perfezionamento in Museografia presso il [...]
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